Pellegrini di Speranza

Pellegrini di Speranza

A Roma, con le Parrocchie di Fara San Martino e Palombaro, per una domenica fuori dal comune.
Con un esercito di 210 persone e un solo comandante in capo, don Matteo, siamo partiti alle ore 3.30 per arrivare in via della Conciliazione alle 7.30 per poi ripartire in marcia – armati di Croce, chitarra e fazzoletti arancione – alla volta di una piazza S. Pietro già gremita di decine e decine di altri eserciti di pace.
In circa mezz’ora abbiamo conquistato la Porta Santa e di lì – silenti e tenaci – abbiamo goduto della maestosità della Basilica di San Pietro.
Alle ore 11.00 eravamo tutti schierati, all’ombra dell’obelisco, di vedetta verso la finestra numero 2 del Palazzo Apostolico.
Nelle prime file abbiamo schierato bambini e ragazzi, nelle retrovie i diversamente giovani. In un’ora abbiamo provato ogni tipo di segnale di riconoscimento, alla fine abbiamo optato per il più classico grido “LeoneLeone”…
Alle 12.00 in punto – guarda caso più puntuale di un orologio svizzero – si è affacciato Papa Leone, salutato con una esplosione di affetto variopinto.
Lui ha ricambiato parlando dei “piccoli”, dei poveri e di tutti coloro che soffrono, chiedendo, tra l’altro, a quanti coloravano l’assolata piazza San Pietro, di essere cristiani attenti e compassionevoli, proprio verso i più fragili.
Dopo l’arringa del successore di Pietro, l’immenso esercito dei Pellegrini della Speranza ha rotto le fila lasciando il campo di Pace.
Alle ore 16.00, stanchi ma appagati, abbiamo ringraziato, con una bella messa celebrata da Don Matteo, “Colui che tutto move” e che ha reso possibile questo frammento di Eternità.
Ora siamo in viaggio in una sorta di dormiveglia di “ruminatio”.

Filippo De Marco 

 

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